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Dall'eugenetica all'eutanasia

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jo8
icon3  view post Posted on 11/5/2015, 00:14     +1   -1




scritta il 18/5/2005
L’eugenetica o eugènica è ciò che è tendente o favorevole al miglioramento della stirpe (definizione tratta dal dizionario della lingua italiana Devoto-Oli). In piena era di sviluppo bio-ingegneristico, suona un po’ aulica questa definizione. A “stirpe”, di vago sapore nazi-fascista, sostituirei “specie”, più generale, riferendosi agli esseri viventi, nel loro insieme.
Nulla di male se si cerca di migliorare una specie… ma in che senso? Nel senso più comune: far nascere esseri più forti, privi di difetti genetici, di tare ereditarie, resistenti alle malattie e, nel caso di esseri umani: più intelligenti.
Le opposizioni più esasperate provengono dal mondo religioso, che vede questo intervenire sul DNA, un sostituirsi all’azione creatrice divina, la quale prevede una percentuale di esseri deformi, malati, bisognevoli di cure per tutta la loro esistenza e per le quali le organizzazioni religiose sono pronte a prodigarsi con le loro strutture ed il loro personale, all’uopo preparato ed addestrato.

Recentemente ho visto “La caduta” (Der Untergang) per la regia di Oliver Hirschbiegel, un film che narra gli ultimi giorni di Hitler, in parte trascorsi in un bunker, fino al suicidio finale.
Il regista, nel corso del film, fa ripetere all’attore che rappresenta Hitler, l’enunciazione di alcune fra le più tragiche teorie, che il dittatore prese come pretesto per giustificare gli eccidi che conosciamo: dalle guerre di aggressione, all’olocausto del popolo ebraico e di altre minoranze giudicate inferiori al popolo tedesco, delle quali la nazione (ed il mondo) doveva liberarsi.
Si ode l’attore pronunciare i princìpi sui quali si basa la teoria evoluzionistica di Darwin: prevalenza del più forte, del più adatto all’ambiente, trasmissione dei suoi geni alle generazioni future.
La teoria non cambia per il solo fatto che sia Hitler a ripeterla, e ad applicarla in modo distorto ed assurdo. Nel corso di milioni di anni la natura ha selezionato le specie, in modo cruento ed impietoso.
Da questa selezione è nato l’uomo, l’essere più intelligente.
Questo apparente successo evolutivo non è detto che sia destinato a durare.
L’intelligenza ha permesso all’uomo di modificare profondamente il suo ambiente, peggiorandolo di generazione in generazione, sopprimendo la diversità biologica, con una progressiva scomparsa di milioni di specie viventi, depauperando le risorse, inquinando il pianeta in modo irreversibile ed accelerando la scomparsa della specie umana, prossima ventura.
I grandi rettili vissero per centinaia di milioni di anni… possiamo oggi credere che la specie umana viva altrettanto?
Intanto l’uomo non può modificare le leggi selettive della natura (la legge della giungla) se non con l’ingegneria genetica.
Un tempo il bimbo malformato non poteva sopravvivere, era abbandonato dagli stessi genitori (“esposto” su di un monte o sul fiume).
Oggi, grazie alla grande quantità di risorse possiamo mantenere un crescente numero di nati malformati, ma non sarà così per sempre.
Già oggi, nei paesi del terzo mondo, perfino i bimbi sani vengono abbandonati nella foresta (ho letto giorni fa un caso in Africa), perché le mamme non possono mantenere quelli che già hanno.
L’eugenetica, unitamente al controllo numerico dei nati (reso necessario dalle risorse sempre più limitate), può fare in modo che nascano solo bimbi sani, senza ricorrere ad aborti terapeutici.
Essa non fa che sostituirsi alla natura, non già attuando una selezione ma soltanto scegliendo un codice genetico sano, senza le morti cruenti che conosciamo. Ciò permetterebbe un allungamento della durata della vita e la rimozione della predisposizione a contrarre determinate malattie.

Per l’eutanasia vale la scelta individuale di ciascuno, di poter disporre della propria vita, come meglio crede, in qualsiasi momento.
Una nuova legislazione, quindi, per dare all’individuo il diritto di morire, liberamente, chiedendo alla società i mezzi per procurarsi una morte indolore, senza dover ricorrere ai metodi cruenti che la cronaca ci fa conoscere, e che non di rado vede coinvolti familiari e vicini di casa.

 
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